Il film tanto atteso di questo inizio Aprile sulla piattaforma Netflix il Fabbricante di Lacrime ha sconquassato i cuori dei più romantici e seccato quello dei più cinici.
Il Fabbricante di Lacrime è il prodotto di un racconto wattpad di Erin Doom, reso celebre dalla pubblicità del sottogruppo dei bookmaker di TikTok, scritto sulla scia di Twilight, 50 Sfumature di Grigio, The Vampire Diares, si inserisce nel genere dark-romance teen/adult.
Dato l’immediato successo, i più arguti hanno pensato di farne una trasposizione cinematografica, immediatamente acquistata da Netflix. Prodotta da Colorado e diretta da Alessandro Genovesi il film si rivela un vero flop e a farne le spese è solo Erin Doom.
La storia
Siamo in una città anonima americana e la protagonista Nica (Caterina Ferioli) si trova coinvolta con i genitori in un incidente stradale, che la renderà orfana. Trasportata al Grave Nica si scontra subito con Rigel (Simone Baldasseroni), il bambino prediletto dell’istruttrice dell’orfanotrofio.
Qui circolano storie che s’imprimono nelle giovani menti e non ti lasciano più andare via, come quella del Fabbricante di Lacrime, un essere indefinito dagli occhi di vetro a cui si affibbiano le paure e le lacrime dell’animo umano.
Trascorre un decennio da allora e d’improvviso Rigel, il pianista dannato, e Nica, aka Biancaneve salvatrice di uccellini, si ritrovano nella stessa famiglia affidataria. Due adolescenti che non hanno mai condiviso nulla se non odio da una parte e indifferenza dall’altra, ora si ritrovano sotto lo stesso tetto.
Usciti dall’istituto però, molte cose cambiano, in primis Nica, la quale pare aver perso la voce ogniqualvolta vede il suo fratellastro e Rigel pare aver persi tutto il suo guardaroba, data la sua perenne nudità.
Ho il cuore pieno di lividi, ma l’anima piena di stelle, perché alcune galassie di brividi brillano solo sotto la pelle
Queste celebri frasi segnano l’inizio di un rapporto di odi et amo, carico di tensione e sfumature erotiche, che portano i due a scoprirsi follemente innamorati l’uno dell’altra e affrontare le vere sfide al di fuori delle mura ovattate in cui sono cresciuti.
Adattamento cinematografico
Questo film è il classico esempio di una trasposizione cinematografica da carta a pellicola fallita. La storia dell’artigiano fabbricante di lacrime è l’unica cosa reale per tutte le lacrime, appunto, che ci son venute per guardarlo.
Il personaggio di Nica, a metà tra una flebile Bella di Twilight e una sottomessa Anastasia di 50 Sfumature di Grigio, si scontra con il bello e tormentato Rigel, che pare ricalcare da cima a fondo il personaggio di Christian Grey.
Il solito cliché
Il cinema italiano, a differenza di quello americano, non è navigato in questo genere ed è palese che la nostra mente li associ a quei film che di questo genere hanno fatto la storia come Divergent o Twilight.
Le pecche qui emergono soprattutto nei dialoghi. Frasi strappate dalle pagine del libro, sono qui buttate a caso senza continuità, con un registro inappropriato che più che tensione erotica, ci procura solo tensione addominale.
Avevo sempre creduto nelle favole. Avevo sempre sperato di viverne una. E ora… C’ero dentro. Camminavo tra le pagine, percorrevo sentieri di carta. Ma l’inchiostro grondava. Ero finita nella favola sbagliata
Un film che sembra partire bene tra narrazione e fotografia, si perde poi nel classico cliché, a metà strada tra il teen e l’adult, il quale rende ancora più difficile digerire una storia così prevedibile.
La trama di fondo è interessante così come il filo rosso delle lacrime, filo conduttore del film. Ciò che manca è il carattere, l’essere i lupi della storia, dalla regia sino ai protagonisti.
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