È comprensibile che media e fan abbiano accolto con entusiasmo la notizia della possibile candidatura di C’è ancora domani all’Oscar come miglior film. Il lungometraggio di Paola Cortellesi, infatti, aveva riscosso un enorme successo due anni fa in Italia, conquistando il pubblico e la critica e diventando il film più visto nei cinema italiani. Questo trionfo ha alimentato grandi aspettative, e anche una sola possibilità di essere associato agli Oscar meritava attenzione.
Tuttavia, la situazione è più complessa. Sebbene il film sia stato incluso nella lista dei titoli eligible stilata dall’Academy, ciò significa solo che soddisfa i requisiti tecnici e di distribuzione per competere agli Oscar in quasi tutte le categorie. Non implica automaticamente che abbia possibilità concrete di ottenere una candidatura, soprattutto nella prestigiosa categoria del miglior film.
C’è ancora domani agli Oscar sì o no?
Qui entra in gioco un elemento chiave: per essere candidato al premio per il miglior film, un’opera deve rispettare i Representation and Inclusion Standards (RAISE), introdotti dall’Academy per promuovere inclusività. Questi criteri, applicati dallo scorso anno, richiedono che un film soddisfi almeno due dei quattro standard previsti, che riguardano cast, troupe, opportunità di formazione e distribuzione.
Il primo criterio richiede che la rappresentanza inclusiva sia presente nel cast, nella trama o tra i personaggi principali. Ad esempio, è necessario che almeno un protagonista appartenga a una minoranza razziale o etnica sottorappresentata, o che almeno il 30% degli attori in ruoli secondari appartenga a categorie come donne, persone LGBTQ+, individui con disabilità o gruppi etnici sottorappresentati, con la condizione che almeno due categorie siano coinvolte.
Il secondo criterio si concentra sulla rappresentanza inclusiva nella troupe, prevedendo una quota significativa di membri appartenenti a minoranze in ruoli di leadership o tecnici. Il terzo riguarda la presenza di programmi di stage e apprendistato retribuito per categorie sottorappresentate, mentre il quarto criterio mira a garantire inclusione nelle aree di marketing e distribuzione.
È probabile che C’è ancora domani non abbia soddisfatto almeno due di questi criteri, risultando quindi escluso dalla corsa al miglior film. Una condizione non rara: quest’anno il 36% dei film considerati idonei (eligible) non ha rispettato gli standard richiesti per questa categoria, tra cui titoli di rilievo come il remake di Mean Girls e La memoria dell’assassino di Michael Keaton.
Detto questo, il film resta candidabile per le altre categorie, come miglior sceneggiatura o miglior trucco, ma è importante sottolineare che le probabilità che riesca a ottenere una candidatura concreta in queste sezioni sono estremamente remote.