Al ritmo delle note di Fabri Fibra e Madame prende vita una nuova serie TV che mescola inquietudine e attrazione, ispirata al romanzo Adorazione di Alice Urciuolo e diretta da Stefano Mordini.
Disponibile sulla piattaforma dal 20 novembre, Adorazione si immerge nei lati oscuri della giovinezza, affrontando senza filtri uno dei temi più crudi e attuali del nostro tempo: la violenza, declinata in tutte le sue forme. Una storia che scuote, costringendo lo spettatore a confrontarsi con le ombre che spesso si nascondono dietro l’apparente normalità.
Adorazione
Questo teen drama si apre con un’apparente normalità, indistinguibile da altre storie dello stesso genere. Ma sotto la superficie tranquilla si cela un’inquietudine crescente, pronta a stravolgere ogni aspettativa.
Sabaudia. Elena ( Alice Lupparelli) e Vanessa (Noemi Magagnini) sono migliori amiche fin dall’infanzia, nonostante siano l’una l’opposto dell’altra. Elena, l’anima inquieta del duo, si sente intrappolata nella provincia di Agro Pontino che vive come una gabbia, bramosa di fuggire e dare finalmente un senso alla sua esistenza. Vanessa, invece, sembra incarnare la perfezione di quel microcosmo: l’impeccabile “brava ragazza”, vive a suo agio nella sicurezza di quel mondo ordinato.
Ma sotto la superficie delle loro vite apparentemente diverse, si nasconde un segreto oscuro che cambierà per sempre il loro legame e la loro percezione della realtà. Elena, che rappresenta il sole nella vita di Vanessa, è ora dispersa. Quando Elena sparisce, inizialmente tutti – dai genitori agli amici, fino al fidanzato Enrico (Tommaso Donadoni) – liquidano la cosa come una delle sue solite bravate. Ma quando passano due giorni senza tracce, il dubbio si insinua e lascia spazio a un’angoscia crescente: qualcosa di terribile potrebbe essere accaduto. Vanessa, la sua migliore amica, si getta in una disperata ricerca insieme al suo gruppo, ma più si avvicinano alla verità, più emergono segreti oscuri su Elena e sul mondo che la circondava. Una vita apparentemente perfetta nasconde crepe pericolose, e Vanessa, definita da tutti “la bella statuina”, si ritrova a compiere un viaggio che la costringerà a sfidare ogni certezza. Imitando Elena, forse per affetto o forse per ribellione, rischia di perdersi in un abisso da cui potrebbe non fare ritorno. Ma per ritrovare Elena, dovrà prima scoprire chi è davvero lei stessa.
Ombre silenziose
La violenza, quella fisica e psicologica, non ha confini, eppure è spesso nascosta dietro maschere insospettabili. Ma cosa c’entra con il classico intreccio da thriller adolescenziale?
Questa nuova serie, uscita quasi in coincidenza con la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre, si propone di spezzare il silenzio. Non si limita a raccontare le vittime, ma affronta anche i carnefici, gettando luce sulle madri che giustificano i loro figli con la frase: “È un bravo ragazzo.” Peccato che, dietro quella facciata, si nasconda spesso un mostro.
Cosa trasforma un uomo in un aggressore, un partner in un tiranno, o un’amica in un manipolatore? Gli studi parlano di educazione, contesto, statistiche. Ma la verità, quella cruda, resta sfuggente, intrappolata nelle ombre di una società che fatica a guardare davvero in faccia il problema.
La serie inciampa in alcune imperfezioni di trama, lascia fili narrativi irrisolti, ma ha una forza innegabile: il coraggio di mostrare senza filtri. Laddove la giustizia spesso arranca, sono le serie, i film e i media a farsi carico della responsabilità di sensibilizzare e istruire, spingendo il pubblico a riflettere.
Il caso adolescenziale vestito da serie
Adorazione si presenta come una serie rivolta ai giovani e interpretata da coetanei, ma tutto è trattato con superficialità. Tematiche complesse e delicate – la violenza, la droga, i rapporti non protetti, le separazioni familiari, il sexting, le difficoltà di dialogo tra generazioni – vengono gettate in pasto allo spettatore come semplici sottotrame, prive del peso che meriterebbero. Il racconto si muove tra un gruppo di adolescenti che si comportano come adulti navigati e gli adulti come teenager che riversano la loro tossicità o ambizioni proprie sui figli. Il vero problema è rappresentato dai dialoghi: intrisi di stereotipi e messaggi confusi, incapaci di dare coerenza a una narrazione già instabile.
Anche le scelte registiche lasciano perplessi: i momenti in cui i personaggi si rivolgono direttamente allo spettatore con sguardi in camera – primo fra tutti l’interrogatorio condotto dalla poliziotta Chiara (Barbara Chichiarelli, una delle poche attrici esperte del cast) – risultano innaturali, quasi forzati. Accadono senza una logica narrativa, spezzando il ritmo e rendendo evidente una certa confusione creativa.
Si ha l’impressione che gli autori abbiano sottovalutato il proprio pubblico, immaginandolo incapace di riconoscere una produzione di qualità. Un’altra figura navigata nel mondo dello spettacolo ma debuttante in quello del cinema è la cantante Noemi, qui nei panni di una narcisistica ristoratrice, non dispiace, ma anzi supera la prova della camera.
Adorazione sembra una grande occasione persa, un progetto che, nonostante il successo di numeri, lascia l’amaro in bocca per le troppe potenzialità sprecate. Rimane una domanda: Adorazione riuscirà davvero a trattare un tema così complesso senza scivolare nel banale? Ci prova, ma l’ambizione supera l’esecuzione. Forse non è una serie perfetta, ma è un grido che, nel suo imperfetto fragore, riesce a far male. E forse, per ora, questo è abbastanza.