La Festa del Cinema di Roma 2024 ha preso il via con un omaggio a una figura centrale della storia politica italiana, l’ex segretario del PCI, Enrico Berlinguer. Questo omaggio è al centro del film “Berlinguer. La grande ambizione” di Andrea Segre, con protagonista Elio Germano, che sarà nelle sale a partire dal 31 ottobre. Alla presentazione, tenutasi presso l’Auditorium Parco della Musica, erano presenti oltre a Germano, i produttori e il resto del cast, tra cui Elena Radonicich, Paolo Pierobon, Roberto Citran, Andrea Pennacchi, Giorgio Tirabassi, Paolo Calabresi, Francesco Acquaroli e Fabrizia Sacchi.
Elio Germano è Berlinguer
Elio Germano, noto per il suo grande talento trasformista, ha offerto un’interpretazione che si è concentrata più sul lavoro fisico che sull’uso di protesi, una scelta voluta per il ruolo di Berlinguer. L’attore ha spiegato: “Volevamo restituire alcuni tratti dei personaggi che richiamassero quelli reali, ma focalizzandoci di più sulle questioni intellettuali che rappresentavano. Berlinguer era, per così dire -ride- il segretario del partito, e il nostro approccio è stato più di ricerca concettuale che estetica. Credo fortemente nel linguaggio del corpo, spesso inconsapevole. La sua postura e i suoi movimenti trasmettevano il senso di inadeguatezza, il peso delle responsabilità, e la sua indifferenza verso l’apparenza. Il suo corpo stesso è diventato parte della costruzione del personaggio.“
Una società individualista
L’attore ha poi aggiunto: “Credo che oggi si stia andando verso un individualismo spinto e una competitività che ci allontanano dal senso di comunità, specialmente nel nostro settore dello spettacolo, che meriterebbe un discorso a sé” (ride). “Condividere senza dover prevalere sugli altri rende la vita più serena, anche se questo comporta guadagnare di meno. Oggi si parla tanto della mancanza di leader, ma siamo sicuri che la soluzione sia una figura dominante? Berlinguer era solo un segretario, e questa distinzione ha un grande valore. Lasciava spazio agli altri, ascoltava molto, e aveva un forte senso di responsabilità verso chi rappresentava, un concetto che forse la politica attuale ha in parte smarrito.”
Il leaderismo
Tutto è stato difficile. Questo è stato un film dove abbiamo cercato di metterci a disposizione della storia, del racconto. L’abbiamo fatto con enorme fedeltà, con attenzione. Ho sentito il peso del ruolo che ho interpretato, così come lui sentiva il peso del ruolo che aveva. Non era quello che oggi definiremmo un leader. Era un segretario, una persona con dei dubbi su quello che faceva, preoccupato di non farlo bene. Sentiva il peso delle persone che rappresentava, e questo gli dava grande forza per fare quello che faceva.
La piccola ambizione è quella che riguarda il nostro tornaconto personale, carrieristica. La grande ambizione è quando pensiamo al bene comune, alle cose di tutti.
Elio Germano e il potere del cinema
Il cinema smuove delle emozioni. Se gli esseri umani si ricordano di avere delle emozioni è già un grande passo avanti. Le prese di coscienza, i cambiamenti, le rivoluzioni, purtroppo, si fanno da un’altra parte. Magari si facessero grazie ad un film. In un mondo così cinico e spietato, fatto soltanto di profitto, ricordarsi di avere delle emozioni e sentire le questioni degli altri, il cinema può aiutare.