Dall’11 ottobre “Hanno Ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883”, la serie biopic sul duo che ha composto alcune tra le canzoni più belle della musica italiana, debutta su Sky e in streaming su NOW con i primi due episodi diretti da Sydney Sibilia. La serie in otto episodi è prodotta da Sky Studios e Groenlandia.
La leggendaria storia degli 883
Ci si trova alla fine del XX secolo, quando un bambino disperato prega il padre di non punirlo, mandandolo a vivere a Pavia; è da qui che ha inizio la leggendaria storia degli 883. Il duo musicale formato da Max Pezzali e Mauro Repetto, pietre miliari per un’intera generazione, assieme ai vinili, ai telefilm americani, ai chiodi di pelle e ai capelli cotonati. Tutto inizia quando Massimo (Elia Nuzzolo) si vede la vita sconvolta da uno degli eventi più tragici e destabilizzanti dell’adolescenza: la bocciatura. Tutta colpa di un tizio che doveva andare in Marocco su un van e di una musicassetta di canzoni punk. Le coincidenze, è vero, cambiano la vita, e le hit di Sex Pistols & co trasformano il giovane Max, cresciuto in un paesello noioso e vagamente venefico per chiunque abbia in sé un po’ di gioventù, in un appassionato di musica anni ‘70.
Sarà l’incontro con Mauro Repetto (Matteo Oscar Giuggioli), tra i banchi di scuola, a dare una svolta epocale alle vite di entrambi.
Sydney Sibilia e l’abilità del ritorno al passato
Già dalla realizzazione di ‘Mixed by Erry’ può essere riconosciuta l’audace abilità del regista salernitano nel riportare lo spettatore indietro nel tempo, rendendo tattile la reminiscenza del passato; un qualcosa che a Sibilia esce benissimo e in modo puramente facile e spontaneo.
Con la storia degli 883, nello specifico, dagli albori della nascita del gruppo, avvenuto con il primo incontro tra Massimo e Mauro, si viene proiettati negli intramontabili anni ‘90, fatti di zaini Invicta, walkman, musicassette e lavori da animatore del villaggio vacanze per potersi pagare la batteria da 2 milioni di lire; chiaramente uno scacco matto alla contemporaneità fatta di influencer e content creator.
Nei primi due episodi si tracciano i profili di due ragazzi che hanno il talento per essere irrimediabilmente dei “normalissimi” giovani della provincia di Pavia, nati e cresciuti con il paradigma dello “sfigato”; ammettiamolo, chiunque abbia fatto parte del mondo di quegli anni, si è sempre sentito un po’ l’eterno sfigato della compagnia.
Un aspetto, che oggigiorno risulterebbe anacronistico, ma ricondotto ai momenti nostalgici e tipici di quel tempo, al telefono a gettoni, e agli appuntamenti dati sotto casa con la speranza di strappare un bacio alla ragazza più bella della scuola.
Il ritmo sfavillante di Sibilia
La forza di Sidney Sibilia si manifesta nell’uso della musica che si perfeziona in modo ineccepibile con le immagini vintage, fatte di t shirt dei Sex Pistol, vinili, e Fiat Uno parcheggiate lungo i marciapiedi delle strade. Avvincente anche la sceneggiatura che pare fluisca mediante l’ ‘attitude’ inimitabile degli anni ’90, e totalmente incontaminato dall’attualità sociale e cinematografica.
Reperto e Pezzali vengono restituiti grazie a un ritmo brillante, divertente, sfavillante, e che incarna appieno l’ironia personale e affabile del regista. È certezza, ormai, che una tra le diverse carte vincenti di Sibilia sia esattamente trasmutare la propria personalità in ciò che crea, realizza e dirige. Non a caso, con la nuova serie non si smette di ridere, di sognare, e di rimanere aggrappati ai target convenzionali di quegli anni.
Qual è il segreto degli 883?
Il lavoro di regia a sei mani, (Sydney Sibilia, Alice Filippi e Francesco Ebbasta) ha incentrato la forza di questo prodotto sull’encomiabile virtù di Max e Mauro. Una virtù, ahinoi, attualmente desueta e che rappresenta Il vero segreto degli 883; l’essere rimasti semplicemente i due ragazzi della provincia di Pavia, un po’ goffi, un po’ sfigati, ma con un sogno nel cassetto impensabile da realizzare. Ma alle volte “basta un giorno così a cambiare 120 giorni stronzi”, e quel giorno lo si può riconoscere nel momento dell’incontro tra i due, e nell’istante della beffarda bocciatura.
In breve
I primi due episodi dell’ultimo lavoro di Sibilia si presentano come una macchina del tempo in grado di catapultare lo spettatore, emotivamente e sentimentalmente, nel vortice calamitoso e frizzante degli anni 90. Un lavoro promosso a pieni voti, capace di coinvolgere, non solo chi quegli anni li ha vissuti con le cuffie nelle orecchie, cantando ‘sei un mito’ andando verso scuola, ma anche le generazioni più giovani. ‘Hanno ucciso l’uomo ragno – la leggendaria storia degli 883’ è una trama ricca di speranza, di vincita e rivincita degli inadatti, e soprattutto di chi ha un sogno e crede di non poterlo realizzare.
“Ma quante persone come noi conosci che sono diventate cantanti?”. Con il passare degli anni la riposta verrebbe spontanea: esattamente gli 883.
Segui PopCornClub anche su Instagram e Tik Tok