Torna su Disney + la nuova stagione dell’acclamata serie The Bear vincitrice di 6 Emmy Awards. Chef Carmy (Jeremy Allen White) ha avviato il ristorante del fratello e lo ha reso un ristorante di alta cucina. La ricetta è sempre la stessa, urla, litigi, vetri rotti, ossessione, ricerca di perfezione sono gli ingredienti giusti per dare allo spettatore una serie che fa venire il fiatone dalla tensione.
Un’esperienza sensoriale
Dal primo episodio, The Bear offre un’esperienza televisiva che stimola tutti i sensi, dall’estetica dei piatti ai suoni della cucina, lo scorrere del tempo durante il servizio, l’ansia, lo stress, le urla avvolgono così lo spettatore che ti sembrerà di essere nella cucina dello Chef. La scrittura di Christopher Storer è minuziosa senza forzature, caratterizzata da dialoghi incisivi che riescono a mescolare momenti di dramma intenso con pause comiche e riflessioni profonde. La regia è coinvolgente con scene che restano impresse per il loro impatto emotivo e la loro autenticità. La fotografia ti fa venire voglia di essere a Chicago.
“Un vero momento magico è qualcosa che accade e basta”
E la serie insegna come lo scorrere della vita può essere magico, semplicemente mettendo il focus su un gruppo di persone che fa una vita ordinaria, come la maggior parte di tutti noi. Rispetto alle altre due stagioni, The Bear si concentra su tutti i personaggi, cerca di sviscerare le emozioni di tutti, fa emergere il carattere di ogni singolo componente della cucina, dalle angosce di Carmy all’ironia dei fratelli Fak, amici della famiglia Berzatto da sempre.
Il dolore accumuna tutti
Il filo conduttore della terza stagione è il dolore, presentato in ogni sua forma. Il continuo dolore di aver perso un fratello, il vuoto perché si ha ferito la persona che si ama, dolore di aver perso il lavoro e non saper che fare e addirittura il dolore fisico di una gravidanza. Ma il dolore dei personaggi è un sentimento che proviamo tutti, chi per una cosa o per un’altra ci saranno momenti negativi nel corso della vita. The Bear, infatti, invita a non sprofondare perché non si unici nel dolore, tutti stanno male, tutti riusciranno ad uscirne. Inoltre, la condivisione di questo sentimento spaventoso, porta sempre ad un incontro, una risata, un pianto liberatorio. “Ogni tanto devo ricordarmi di respirare, devo ricordare a me stesso di vivere il presente”. E sì Carmy ha ragione.
I ricordi di Carmy
Carmy in questa stagione non si vede in ogni sequenza ma rimane sempre il personaggio più sviscerato di tutti. The Bear riesce a farlo facendoci entrare nei suoi pensieri, nei suoi ricordi, facendoci capire come lui è diventato un grande chef piatto dopo piatto, tra un urlo ed un insegnamento. Carmy è vulnerabile, lo si vede attraverso il suo rapporto con Richie (Ebon Moss- Bachrach) e il suo amore che non riesce a tirare fuori con Claire (Molly Gordon). Tutti siamo un po’ Carmy, tutti abbiamo come grande limite, noi stessi e non sempre è facile farci i conti. Tuttavia, Carmy sa di aver accanto colleghi che sono diventati anche amici, come con chef Sidney (Ayo Edebiri). Questo legame di fiducia e sostegno reciproco lo motiva a migliorarsi continuamente, sia come persona che come Chef.
“Cuciniamo per accudire le persone”
Veniamo al mondo come essere singoli ma passiamo tutta la vita ad accudire, oltre noi stessi, le persone a cui vogliamo bene. Cucinare non è solo fare un piatto buono e bello, cucinare vuol dire prendersi cura di qualcuno, che sia un cliente, una moglie, un amico. Mettersi dietro i fornelli e decidere di costruire un piatto mettendo insieme degli ingredienti, cuocerli, assemblarli, far in modo che siano bilanciati è un gesto d’amore, un gesto d’amore che è sempre apprezzato. The Bear va oltre la cucina, va oltre il bel piatto, The Bear ci fa ricordare che una città si sveglia, si mette in moto, lavora, scherza, sorride, piange e, quando cala il sole, piano piano si mette a dormire e tutto ciò accade ogni giorno. The Bear ci ricorda una cosa fondamentale, che siamo esseri umani e vivere la vita è la cosa migliore che possiamo fare.
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