Walt Disney e suo fratello Roy fondano l’azienda iniziando le loro prime serie di cartoon, muti grazie alla collaborazione e contratti con distributori/finanziatori esterni.
Il Grande viaggio Disney inizia con Topolino 1928, diventato poi logo attuale dei Walt Disney Animation Studios; “Cominciò tutto da un topo“, amava dire Walt.
Mickey Mouse, doppiato per più di dieci anni da Disney stesso, rimane per sempre il simbolo della creatività disneyana.
Nel 1932 nasce Pippo, nel ’34 Paperino e nel 1932 Walt ottiene un’esclusiva di due anni sull’uso della migliore versione del Technicolor.

I primi lungometraggi
Nel 1937 arriva il primo lungometraggio intitolato Biancaneve e i sette nani abbattendosi su un pubblico stupito e incredulo.
Nel 1938 Walt scopre le potenzialità dell’animazione e realizza film potentissimi e molto ambiziosi come Pinocchio (1940), Fantasia (1940), Dumbo (1941) e Bambi (1942).
Ahimè con l’avvento della Guerra Mondiale vi è un arresto di creatività e produzione, i mercati internazionali vengono chiusi, e all’entrata nel conflitto degli Usa lo studio della casa di produzione ne risente negativamente.
La svolta nel 1950
Walt si imbatte nel cinema dal vero riducendo sempre di più il genere cartoon.
Realizza Cenerentola (1950) e Alice nel paese delle meraviglie (1951) e Le avventure di Peter pan (1953)
Nel 1955 Walt si mette in gioco anche sul fronte televisivo, presentando diversi programmi di intrattenimento. Ma il creativo non riesce proprio a dimenticare lì dove tutto è nato e ritorna a produrre e realizzare cartoni colossali, monumentali come Lilli e il vagabondo (1955) e La bella addormentata nel bosco (1959), anche se quest’ultimo non ottiene molti incassi vista la competizione in sala con Ben-Hur.

Rinascimento Disney
Con la crisi dell’animazione tra la metà degli anni ’60, la Disney si trova a dover fronteggiare diverse difficoltà. L’azienda procede per inerzia.
E’ negli anni 80, sotto la guida di Katzenberg, che si ha una vera e propria rinascita. La Disney viene rinominata Walt Disney Feature Animation, e plasma la giusta forma di un cinema contemporaneo, nonostante un primo periodo di difficile adattamento.
In questo periodo escono Basil l’investigatopo (1986), e Chi ha incastrato Roger Rabbit (1988), impresa condivisa con Steven Spielberg. Finalmente la squadra Disney ritorna a splendere pienamente, con i “classici Disney”: La Sirenetta 1989, La bella e la bestia 1991, Aladdin 1992, e il Re leone 1994.
Negli anni ’90 nasce il mito del “Rinascimento Disney dei Novanta“, che tiene a battesimo il CAPS, un sistema di ripresa digitale dell’animazione 2D, messo a punto da una casa a tutti noi molto familiare, la Pixar.
La svolta Pixar
Nonostante Katzenberg lasci la Disney nel 1994, per fondare con Spielberg e Geffen la DreamWorks, il suo lascito è l’avvio di un progetto che cambierà la storia dell’animazione, Toy Story. Nel 1995 vi è un’ombra tra Pixar e Disney, gli incassi del canone ufficiale 2D disneyano diminuiscono in modo preoccupante fino al rosso, mentre la Pixar con la macchina promozionale e i finanziamenti della stessa Disney procede a gonfie vele. Qualcosa non quadra.
L’avvento della piattaforma
Roy Disney Jr. cerca di salvare l’indipendenza dell’azienda, compiendo una mossa fondamentale; proprio quando la Pixar sta per rompere il contratto con la Disney, spinge con Iger per acquisirla. Il risultato è la nascita della Walt Disney Animation Studios nel 2007.
Con questa nuova casa di animazione nascono film d’animazione come: I Robinson, Bolt, La Principessa e il ranocchio, Rapunzel, Winnie The Pooh e Ralph Spaccatutto. Ma la bomba esplode nel 2013 con Frozen – Il regno di ghiaccio, grazie al quale i Walt Disney Animation Studios risorgono definitivamente e nel 2009 nasce la piattaforma di streaming proprietaria Disney +.
Non faccio film per fare soldi, faccio soldi per fare film
Da ieri ad oggi
Tra il 2020 e il 2022 si ha un’ulteriore battuta d’arresto in casa Disney, colpevole anche la pandemia mondiale. Il marchio ormai associato a mondi, personaggi e creazioni, si carica di un’aura spiacevole e triste. Ma la casa d’animazione cerca di non perdere sé stessa, ed è così che in sala arrivano Luca (2021), e un sottovalutato Elemental nel 2023, fino ad oggi, in sala con l’uscita di Inside Out 2 (2024), film che sta riscuotendo un successo fenomenale tra il pubblico di tutte le età.
Walt Disney diceva: “Non faccio film per fare soldi, faccio soldi per fare film“.
Certo non siamo più negli anni ‘50, ma se c’è un mondo in cui i desideri rappresentano ancora speranza e felicità. Un secolo di sogni, di realtà magiche e parallele, grazie alle quali si può ancora esercitare il diritto all’immaginazione.