Paolo Sorrentino ritorna a Cannes dopo nove anni, l’ultima volta con Youth, ma ora il cineasta si ripresenta con Parthenope, film in concorso al Festival che si terrà dal 14 al 25 maggio.
Per ben sei volte il regista ha presenziato sulla Croisette, questa sarà la settima: ma ripercorriamole tutte insieme, nuovamente.
Da Le conseguenza dell’amore a Parthenope
Nel 2004 arriva la candidatura alla Palma d’oro per Le conseguenze dell’amore, la seconda opera del regista incentrata sulla mancanza di reciprocità del sentimento, in grado di condurre l’uomo al punto più estremo della malinconia, annientando l’anima, a colpi di solitudine e cemento armato.
Due anni dopo, nel 2006, giunge una nuova candidatura alla Palma d’oro per L’amico di famiglia, lungometraggio con il quale Paolo Sorrentino attua un processo di umanizzazione e redenzione nei confronti del protagonista, un detestabile usuraio di nome Geremia, interpretato da un bravissimo Giacomo Rizzo.
Nel 2008 è la volta de Il Divo, un’opera in cui il regista mostra una brillante abilità eclettica nel saper narrare le vicende di una delle figure più difficili e discusse del nostro Paese, Giulio Andreotti, il film viene apprezzato moltissimo a Cannes, tanto da aggiudicarsi il Premio della giuria.
Successivamente Sorrentino ritorna al Festival con il suo primo lavoro internazionale, This Must Be The Place, nel 2011, ricevendo il Premio della giuria ecumenica; il film racconta la storia di una rockstar (Sean Penn), spinta dal desiderio di ritrovare sé stessa attraverso un viaggio fisico e introspettivo, con il disperato intento di poter colmare finalmente, in età adulta, un’enorme lacuna genitoriale ed emotiva.
Poi si arriva all’anno della consacrazione definitiva, il 2013, anno in cui il regista può stringere, meritatamente, la statuetta degli Oscar tra le mani, con il film La Grande Bellezza; la stessa opera riceve una candidatura alla Palma d’oro, e Cannes tesse lodi e apprezzamenti nei riguardi delle vicende del protagonista Jep Gambardella, interpretato da un magistrale Toni Servillo.
Ed infine, nel 2015, Sorrentino riceve la candidatura alla Palma d’oro per Youth, in cui Michael Caine e Harvey Keitel, interpretano i ruoli principale della pellicola; qui la regia si destreggia sul campo della nostalgia e della giovinezza, rielaborandole con elegante intellettualismo, sottoforma di libertà.
Si arriva ad oggi, con la volta di Parthenope, prodotto da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures (gruppo Fremantle), Anthony Vaccarello per Saint Laurent, Paolo Sorrentino per Numero 10. I diritti del film per il Nord America sono stati acquisiti da A24.
Napoli tra tormento e bellezza
Sembrerebbe che da E’ stata la mano di Dio, Sorrentino, non se ne sia più voluto andare dalla città natale, almeno concettualmente.
Napoli sarà uno degli elementi cardini dell’opera; città forgiata dal tormento e dalla bellezza, protetta da Dea Partenope la cui morte è stata inferta dalla lama crudele dell’insensibilità. Verranno narrati gioventù, amori, dolori, contrapposizioni, che si mescoleranno tra le luci e ombre, tra il sacro e il profano, tra realtà e misticismo, sfumature che solo la città partenopea può suscitare.
Trama e cast
Un lungo viaggio della vita di Parthenope, dal 1950, quando nasce, fino a oggi. Un’epica del femminile senza eroismi, ma abitata dalla passione inesorabile per la libertà, e dagli innumerevoli risvolti dell’amore; e ancora, la perfetta estate di Capri, da ragazzi, avvolta nella spensieratezza. E l’agguato della fine. E poi tutti gli altri, i napoletani, vissuti, osservati, amati, uomini e donne, disillusi e vitali, le loro derive malinconiche,
le ironie tragiche, gli occhi un po’ avviliti, le impazienze, la perdita della speranza di poter ridere ancora una volta per un uomo distinto che inciampa e cade in una via del centro. Sa essere lunghissima la vita, memorabile o ordinaria. Lo scorrere del tempo regala tutto il repertorio di sentimenti. E lì in fondo, vicina e lontana, questa città indefinibile, Napoli, che ammalia, incanta, urla, ride e poi sa farti male.
Nel cast Gary Oldman, Celeste Dalla Porta, Isabella Ferrari, Silvio Orlando, Peppe Lanzetta, Luisa Ranieri, Stefania Sandrelli, Dario Aita.