“Gloria! è dedicata a tutte le compositrici che, come fiori essiccati, sono rimaste tra le pagine dei libri dei storia” con questa frase, che racchiude il senso del film, si conclude la pellicola di Margherita Vicario presentata alla Berlinale e ora nei cinema.
La storia
Nella Venezia del tardo Settecento, l’Istituto Femminile Sant’Ignazio era un rifugio per giovani donne che si avvicinano alla musica. Sotto la guida del rigido Maestro di Cappella, abbracciano il barocco, ma nell’ombra mormorano una rivoluzione. Decidono di abbracciare suoni innovativi, sfidando così non solo le convenzioni musicali, ma anche il sistema patriarcale del loro tempo. La loro ribellione musicale divenne un grido di libertà contro un mondo che le voleva silenti e sottomesse. Tra queste donne c’è Teresa, una giovane dal talento visionario che scavalca i secoli e sfida i polverosi catafalchi dell’Ancien Régime inventando una musica ribelle, leggera e moderna. L’imminente visita del nuovo Papa, Pio VII, getta l’istituto in fermento e, mentre il maestro del coro fatica a comporre qualcosa per l’occasione, Teresa scopre uno strumento musicale di nuova invenzione: il pianoforte.
Ricorda: i dispari vanno sempre d’accordo

Teresa
Fin dalla sequenza d’apertura, in cui Teresa immagina una sinfonia ritmata creata dai gesti quotidiani durante le pulizie nel cortile, si avverte il tono scanzonato che anima il film, sempre sospeso sull’orlo di esplodere in un canto liberatorio e completamente fuori dal tempo. Sarà proprio lei a “svegliare” questo gruppo di donne destinate ad una vita silente e sottomessa.
La musica fil rouge di tutta la storia
La musica è come il cinema, un linguaggio oltre che un mezzo, ed è universale, e in Gloria! più che protagonista è il fil rouge di tutta la storia, lega, unisce, divide e contrappone i personaggi, come un demiurgo plasma gli animi di tutti gli interpreti, chi la utilizza come spirito di rivalsa, chi come forma di potere, ma la verità è che la musica è libera, senza padroni e senza confini e nel film, composta dalla stessa Vicario, lascia che il contesto storico accolga la commistione tra sonorità classiche e popolari.
Perfetta armonia tra antico e moderno
La fotografia mette in risalto la perfetta armonia tra antico e moderno, dove ogni scena riesce a trasmettere le stesse sensazioni di un affresco, nel quale riescono ad esaltarsi le interpretazioni delle attrici e degli attori, in un cast coeso e che “suona” piacevole e credibile.
Uno spartito femminista
Gloria! è un manifesto, anzi uno “spartito” musicale, femminista, un esordio alla regia che suona come una benedizione per il “nuovo cinema italiano”.