Criature è il titolo del nuovo film di Cécile Allegra, distribuito nelle sale italiane da Medusa Film, con protagonisti Marco D’Amore e Maria Esposito, che debutta sul grande schermo dopo il successo di Mare Fuori. Nel cast anche Marianna Fontana, Giuseppe Pirozzi, Antonio Guerra, Alessio Gallo.
La trama si sviluppa a Napoli, attorno alla figura di Mimmo, un insegnante di doposcuola che si impegna a recuperare adolescenti intrappolati in difficili contesti familiari o situazioni di sfruttamento minorile. Non si limita ad aiutarli a superare l’esame di terza media, ma li incoraggia a credere in sé stessi. Le difficoltà che questi giovani affrontano sono molteplici e complesse, e ognuno di loro porta un peso che, grazie all’aiuto reciproco, diventa un po’ più sopportabile.
Togliere le perle ai porci
Il personaggio di Mimmo si distingue per la sua grande umiltà e autoironia. Sceglie di avvicinare i ragazzi all’arte circense, insegnando loro a divertirsi senza prendersi troppo sul serio, a liberarsi dai pregiudizi e a sostenersi a vicenda. Sottolinea il valore imprescindibile della conoscenza, rendendola coinvolgente e accessibile, quasi un gioco.
Il suo sogno, apparentemente semplice, è in realtà un’impresa titanica: scuotere una realtà sociale rigida e consolidata. Spesso, infatti, gli ostacoli più grandi sono gli stessi genitori, che non credono nell’istruzione o nel successo dei propri figli, sottraendo loro opportunità preziose. “Voglio togliere le perle ai porci” è una metafora che Mimmo ripete spesso per esprimere la sua missione di riscatto per i giovani del quartiere.
Con il suo impegno, prova a scardinare un sistema chiuso, accendendo la speranza in chi non ha mai avuto il privilegio di perderla, perché non gli è mai stata concessa.
La speranza abbatte la paura
Non sono solo gli studenti a trovarsi di fronte a difficoltà: anche Mimmo deve affrontare ostacoli che mettono alla prova il suo impegno. Da un lato, i fondi scolastici sono insufficienti; dall’altro, c’è chi disapprova il suo coinvolgimento e la sua determinazione nel cambiare le cose, al punto da ricorrere a minacce e intimidazioni.
Tuttavia, questa è una storia che celebra chi resiste alla paura e la combatte con coraggio, usando armi semplici ma potenti. Il film dà voce a giovani che, nonostante le difficoltà, trovano la forza per far sentire il loro grido collettivo.
Un riferimento ricorrente è Il barone rampante di Italo Calvino: un ragazzo che si rifugia sugli alberi riesce comunque a influenzare il mondo intorno a sé. Allo stesso modo, i personaggi di Criature si uniscono per trasformare la loro fragilità individuale in un coro fortissimo di cambiamento.
A chi parla “Criature”?
La regista, Cécile Allegra, ha dichiarato che Criature è un film pensato per il pubblico. Ma quale pubblico? Questa opera sarebbe perfetta per le scuole medie, dove potrebbe dialogare direttamente con ragazzi vicini per età e vissuto ai protagonisti, offrendo un’occasione per immedesimarsi e lasciarsi ispirare.
La storia, ricca di emozione, invita chiunque la guardi a uscire dalla sala un po’ cambiato, con una maggiore consapevolezza delle difficoltà altrui e un rinnovato senso di empatia. Criature insegna a non abbandonare nessuno, a proteggere i più deboli, a sostenersi a vicenda e, soprattutto, a mantenere viva la speranza.