La serie spy Citadel:Diana sta scalando velocemente non solo le classifiche italiane, ma anche quelle americane. Rilasciata su Amazon Prime Video il 10 ottobre 2024, spin-off del franchise “Citadel” creato dai fratelli Russo, ha attirato immediatamente l’attenzione anche del pubblico oltreoceano grazie ai suoi cavalli di battaglia: la performance di Matilda De Angelis nel ruolo di Diana Cavalieri, acclamata sia dalla critica che dall’audience, e l’ambientazione italiana, che le conferisce un autenticità e una profondità culturale che risuona bene con il pubblico.
Citadel:Diana
Citadel:Diana racconta la storia della protagonista Diana Cavalieri, che ha perso i genitori in un incidente aereo e vuole scoprire chi sia stato il mandante dell’attentato. Infiltratasi a Manticore Italia, che sappiamo dalla serie americana essere un’altra agenzia nemica di spionaggio, fa il doppiogioco per Citadel. Lo scenario si apre in una Milano del 2030 con il Duomo della città distrutto e che, nell’immediato, ci fa capire che la storia di Diana sarà piena di curve rocambolesche. Attraverso l’alternarsi di passato e presente si costruisce la storia della protagonista e dei fatti che hanno portato a quell’atto violento, come la distruzione di un edificio simbolico e la morte di molte persone. Questo sommato alla scomparsa del suo mentore, Gabriele, (Filippo Negri), portano la protagonista a continuare le sue missioni sotto copertura senza sapere se effettivamente stia ancora lavorando per Citadel o ha perso l’ago della bilancia, fin quando non incontra Edo (Lorenzo Cervasio), figlio di Ettore Zani (Maurizio Lombardi), capo di Manticore Italia. Le loro strade si intrecciano inesorabilmente, rivelando segreti del passato che avrebbero voluto tenere nascosti.
Lo spy italiano ha superato la prova?
È risaputo che la produzione cinematografica italiana sul genere di action- spy non sia all’altezza di quella hollywoodiana, ma con questa serie bisogna fare un passo indietro e iniziare a ricredersi. La serie vanta di un budget più alto rispetto ad altre della sua portata, grazie al mastodontico progetto dei fratelli Russo, e questo potrebbe gettare fumo negli occhi e far pensare che il suo successo sia una questione di budget.
In verità, questa lavorazione con un cast internazionale, permette di evidenziare i punti forti della regia italiana, lasciando quelli deboli sullo sfondo e non forzandoli nello sviluppo. Più che alla perfezione scenica, ai perfetti stunt, che nel prodotto italiano non mancano, ad una scenografia super tecnologica, alle scene piene di lotte, qui il tutto è sostituito da un primo piano su un doppio gioco, triplo anzi, dato che si parla di spie, di caratterizzazione di personaggi e approfondimento psicologico.
Ciò che può apparire come la ‘classica storia’ da spia che per vendetta decide di arruolarsi, ci rivela che bisogna saper districarsi tra le strutture livellate dei personaggi in gioco e vedere oltre. La protagonista Diana, per quanto possa sembrare rispolverare sceneggiature vecchie di vent’anni, dal taglio del capello al personaggio ombroso che dice più di quello che vorrebbe, è un personaggio stratificato a più livelli e portatore di temi, che affronta nel corso della trama, come la scoperta della propria identità, la malattia di cui soffre, la gestione di essa e la sottile linea tra il giusto e sbagliato.
Invece qui di sbagliato qui ci sono solo due cose: questo sussurrare mal gestito, perché rende impossibile la comprensione dei dialoghi, che potrebbero migliorarsi e la distribuzione Prime. Come suo fratello Citadel infatti, si pensava che anche lo spin-off italiano fosse distribuito ad appuntamento settimanale, contribuendo all’effetto hype, invece è stato pubblicato tutto insieme in 6 puntate; quella della lunghezza è un altro tasto dolente, perché magari la serie meritava 100 minuti in più per approfondire quelle sottotrame piene di potenziale e che sono state lasciate a mezz’aria. Queste piccole note di contrasto non contribuiranno ad ombreggiare l’escalation dello spy italiano, che si rivela all’altezza di quell’americano, se non di più. In attesa dello spin-off indiano Citadel: Honey Bunny, si può affermare che lo spy italiano ha superato la prova a pieni voti.