Arriva al cinema l’attesissimo sequel del film che ha esplorato la mente di uno dei più grandi villain della storia, Joker. Arthur Fleck (Joaquin Phoenix) è in prigione dopo aver commesso vari omicidi, tra i quali uno in diretta televisiva. In questo secondo capitolo il regista Todd Phillips cercherà di dare un punto di vista in più ad un joker già amato, sia dal pubblico che dalla città di Gotham.
Martire o Mostro?
“Joker: folie à deux” inizia con un cortometraggio animato molto interessante che fa assaporare subito il film che seguirà subito dopo. Arthur è in prigione ad Arkam in attesa del processo.
L’ambientazione cupa, il suono disturbante creano un’atmosfera di delirio che fa capire subito in che situazione si trova il protagonista. La prima domanda che si pone il film è: Joker è un martire o un mostro? Gotham è molto divisa e il film dà l’idea che nella città ci siano delle rivolte. Todd Phillips, però, si concentra sul protagonista, dall’inizio alla fine del film.
La musica cura le fratture dentro di noi
Si, “Joker: folie à deux” è un musical. Arthur verrà affiancato per tutto il film da Lady Gaga che interpreta Harley Quinn. La musica è il loro linguaggio d’amore, la fantasia che li porta fuori il mondo che li circonda, fuori da una realtà che per entrambi è stata scadente. Posto che in alcune situazioni è un po’ forzato, la scelta del musical è coraggiosa ed ha il suo senso che piano piano si capisce guardando il film. L’amore fa sperare ad Arthur che si può ancora credere nella vita e che non è condannato ad essere infelice.
Finalmente c’è qualcuno che ha bisogno di me
La frase di Joker è indirizzata ad Harley e a tutte le persone che ora lo sostengono. Ma la domanda è: amano Arthur o Joker? Il film fa vedere come il suo personaggio sia diventato famoso, c’è un film che racconta gli omicidi, c’è un libro, ci sono interviste e il processo sarà trasmesso in diretta. Ma tutto questo fa bene ad un uomo che ha bisogno di aiuto, anzi di amore? Inizialmente si pensa che la folie à deux sia perché c’è il personaggio di Harley Quinn ma Todd Phillips ci fa intendere che non è così. La grande lotta è sempre del protagonista, tra lui come uomo e lui come personaggio.
Joker è comunque un giullare
Gotham ama joker, esatto, ama il giullare, l’uomo che uccide, che crea rivolte, che canta, che balla. E, per la maggior parte del film, lo amiamo anche noi. Ma quando joker diventa Arthur? Dove siamo tutti? Gotham va via e Arthur ritorna all’inizio del primo film, solo. E questo non fa bene al protagonista che vive un bisogno incontrollabile da quando la madre ha abusato di lui, bisogno che
porta Arthur a diventare per forza quel pagliaccio che crea il pretesto per avere un’euforia collettiva, il capro espiatorio per distruggere la città, per creare caos.
Un film complesso
La fantasia è la chiave dell’amore tra Joker ed Harley dove possono cantare, ballare e vivere felici, dove posso evadere per qualche minuto da una realtà non luminosa. Ma quando finisce la fantasia e si torna nel mondo l’amore tra Arthur e Lee esiste?
“Joker: folie à deux” è un film complesso, offre varie stratificazioni di ciò che ci circonda e fa capire al pubblico che amare un personaggio senza capire chi c’è dietro il trucco non rende degno nemmeno il gesto di prendere in mano il pennello.