Beetlejuice Beetlejuice non è solo un sequel, è un’opera che celebra l’immaginario di Tim Burton che in più di trent’anni è invecchiato benissimo.
Sequel riuscito
Il film che è aperto la 81esima Mostra del Cinema di Venezia, ora in sala, riporta sul grande schermo le maschere, i toni, i colori e i temi tipici della cinematografia burtoniana, riuscendo a coinvolgere il cast del primo film, aggiungendo nuovi personaggi, tra cui la compagna Monica Bellucci e Jenna Ortega.
Questa sorta di operazione di solito appare autocelebrativa e fine a se stessa, in questa caso invece Burton con il suo solito stile dark, eccentrico, cupo, zeppo di maschere e costumi, riesce a dar vita a una storia quasi migliore della prima, aggiungendo intrecci di trama e approfondendo la personale descrizione dell’aldilà.
Monica Bellucci e Jenna Ortega
Le due new entry femminili del film si esaltano anche se in modalità differenti, la Bellucci in questo affascinante ruolo di cattiva, “sposa cadavere”, che cerca in tutti i modi di rincorrere e uccidere Beetlejuice, con poche battute e una recitazione molto fisica, di sguardi e di corpo; per quanto riguarda Jenna Ortega è essere diventata l’attrice feticcio di Burton, con quel viso e quelle espressioni d’altronde sembra un personaggio uscito dalla penna e da un film del regista californiano.
Willem Defoe e l’importanza di essere reali
Una nota di merito per l’attore che ultimamente sta interpretando ruoli secondari destinati a diventare cult, stavolta il suo personaggio è un attore che fa film solo polizieschi e che muore durante le riprese, e che quindi nell’aldilà avrà il compito di fare da ispettore di polizia, con il motto “l’importante è essere reali”.
Burton tramite questo personaggio ci dice che l’ultima immagine che diamo di noi stessi prima di morire è quella destinata a restare nella mente dei vivi, ma che in fondo non dovremmo pensarla così, perché conta quello che abbiamo lasciato in questo mondo, non come abbiamo noi lasciato quest’ultimo.
Il cinema di Tim Burton
Ritornare al cinema con il primo personaggio iconico della cinematografia era rischioso, ma gli apprezzamenti di critica e pubblico significano che l’immaginario di Tim Burton è ancora riconosciuto e vivo, lo spiritello interpretato da Michael Keaton sembra essere la reincarnazione cinematografico dello stesso regista all’interno del mondo del cinema e dei film, da sempre istrionico, cupo, divertente, geniale.
