Un viaggio nella Roma del 79 d.C. quello di “Those About to Die”, nuova serie su Prime Video da dieci episodi con il premio Oscar Anthony Hopkins, dal 19 luglio in Italia.
Sono gli anni del susseguirsi di quattro imperatori. L’ultimo dei quattro fu il generale Flavio Vespasiano, generatore dell’anfiteatro Flavio e dei suoi due figli Tito e Domiziano, i capi opposti di una fune destinata a spezzarsi.
Those About to Die: Una scacchiera tra zone bianche e zone troppo nere
La Roma di Vespasiano (Anthony Hopkins), scritta da Robert Rodat e diretta da Emmerich e Kreuzpaintner, somiglia ad una scacchiera divisa in zone bianche e zone troppo nere dove la fame e il gioco d’azzardo tengono sotto scacco tutto il resto.
Tenax (Iwan Rheon) è il Vespasiano della parte debole della società, è a capo di tutto il traffico illegale e diventa talmente abile da contrattare con principi e senatori, inclusi i figli dell’Imperatore: Tito (Tom Hughes) e Domiziano (Jojo Macari).
Il primo è il soldato con una sequela di vittorie ma che non sa tenere a bada i propri sentimenti; il secondo incarna il politico di grande intuito e finezza, abile a gestire il senato ma non il proprio rancore. La scelta del padre sull’erede al trono tra i due, farà nascere una guerra intestina.
La storia si ripete: Panem et Circenses
Il ritmo molto lento di ciascun episodio dà la possibilità al pubblico di entrare intimamente a contatto con un mondo lontanissimo, con regole destinate a ripetersi nel gioco di potere degli Imperi di ieri, degli Stati di oggi: Panem et circenses.
Dal mondo povero e violento, con le sue leggi sotterranee, a quello imperiale e ancora più crudele, in dote di quella convinzione di vicinanza agli dei che li rende imperturbabili e senza pietà.
Le scelte italiane del cast guidato da Hopkins
Nel cast, tre attrici che hanno conquistato la scena italiana negli ultimi tempi e non solo: Gabriella Pession, Romana Maggiora Vergano (straordinaria scoperta grazie a C’è ancora Domani) e Kyshan Wilson (l’abbiamo vista in Mare Fuori e conserva la tempra del suo personaggio). Alla guida di un cast eccezionale, un Antony Hopkins perfetto, tanto da sembrare più vicino ad un oracolo che ad un imperatore, ma con un ruolo marginale. Insomma, più Hopkins sarebbe stato meglio.
Le storie che si intrecciano sono quelle dei tre strati sociali (l’Impero, gli schiavi, i trafficanti) legati da quella sete di potere e voglia di distrazione che li rende avvicinabili e simili.
Una serie che avrebbe potuto fare di più facendo di meno, ma che merita di essere guardata.
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