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Babylon arriva su Netflix e forse c’è da chiedere scusa a Damien Chazelle - Pop Corn Club
sabato, Aprile 19, 2025

Babylon arriva su Netflix e forse c’è da chiedere scusa a Damien Chazelle

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Los Angeles 1926, Babylon racconta di una Hollywood all’insegna dell’euforia, tra feste, droga,
cinema, jazz e tanto alcol. Manuel Torres, giovane immigrato messicano, finisce in una festa dove
conosce Nelly Leroy (Margot Robbie), aspirante attrice, della quale si innamora immediatamente.
Incontra anche jack Conrad (Brad Pitt), il quale proporrà al messicano di lavorare per lui sui set
cinematografici. Da quella sera, ci sarà il racconto evolutivo di tutti i personaggi, facendo vedere
l’ascesa ma anche il declino in una Hollywood che ha necessità di cambiare, cambiare da cinema
muto a cinema sonoro.

Una Hollywood diversa (età dell’oro)

Il film di Chazelle racconta di una Hollywood diversa da come la conosciamo oggi. Una Hollywood
spensierata, spontanea, senza freni, sempre accompagnata dalle note jazz, immancabili nei film di
Chazelle. Nelly Leroy che con la sua volgarità diventa una star, Jack Conrad che conquista tutti
grazie alla sua sincera personalità da attore, Manny che si evolve grazie alla sua passione per il
cinema. Hollywood, però, dopo l’avvento del sonoro nei film aveva bisogno di un clima diverso. I
personaggi, infatti, oltre ad essere di fronte ad una difficoltà tecnica, si trovano davanti ad un
mondo più borghese, sofisticato, legato ad un’apparenza che deve essere controllata e deve
abbracciare i canoni della moralità del tempo. Una old Hollywood che è immersa nell’età dell’oro
ma cerca già la censura per riuscire a mantenere gli stessi incassi.

Perché non è piaciuto?

Babylon non ha raggiunto gli obiettivi desiderati, un incasso di solo 60 milioni di dollari di fronte al
budget speso di 80 milioni. È stato smontato dalla critica americana definendolo ‘volgare’, dicendo
che Chazelle ha provato a criticare il suo stesso mondo dove lavora. È stato candidato ad un solo
premio oscar come miglior colonna sonora ma non ha portato a casa il premio. Riguardo la
negatività verso il film, si può pensare al fatto che Babylon parla di un cinema che non ci saremmo aspettati. Chazelle ci ha buttato in faccia una verità che anche oggi ci circonda, bisogna apparire in un certo modo per essere accettati e bisogna cambiare in base alla società. Inoltre, si, è un film che elogia la settima arte ma racconta tanto anche del regista. Parla di solitudine, di libertà, voglia di vivere un sogno e paura di perderlo; insomma, Chazelle ha voluto mettere a nudo se stesso e tutti.

Chazelle ha bisogno di scuse

L’ultimo film di Chazelle ha bisogno di essere visto e rivisto. Un elogio all’arte settima, con
interpretazioni magistrali, una regia che, come ha dimostrato in tutti i suoi film, non è mai banale e una cura dei dettagli quasi maniacale. La storia? La storia è volutamente una commedia
drammatica, serve allo spettatore per capire la differenza dei due mondi di Hollywood, quello
euforico e quello sofisticato. Ma Babylon ci insegna una cosa importante, per fare arte non servono preconcetti fissati dalla società, non serve snaturarsi per fare un bel film, non serve essere politicamente corretti per creare una storia emozionante, citando il film “se nasci star, sarai una star”. Inoltre, fa una riflessione interessante riguardo la diversità, essere diversi non vuol dire essere sbagliati e adeguarsi alla società non è sempre la scelta giusta. Citando Woody Allen “lo spettatore ogni tanto va deluso” ma Babylon non è sicuro un film che delude, anzi dovrebbe essere d’esempio per questa New Hollywood, che sta passando, forse, un periodo di difficoltà.


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