Per una sola settimana al cinema, fino al 17 luglio, “Dostoevskij” la nuova serie Sky Original scritta e diretta dai fratelli D’Innocenzo.
Trama
Enzo (Filippo Timi) è un uomo perso, che ha perso tutto. Vive in una casa desolata e devastata, persa nel tempo e nello spazio. Poliziotto e padre di una tossicodipendente (Carlotta Gamba) ha un’unica ragione per continuare a vivere: il serial killer ribattezzato Dostoevskij. Sulla scena del delitto trova lettere con la sua visione cruda e macabra del mondo, dove il killer descrivi gli attimi prima dell’omicidio.
I non-luoghi
La serie è ambientata in un non-luogo non ben definito, sospeso nel tempo e nello spazio la rende più universale come storia, ti fa concentrare su quello che succede, e come ci ha rivelato Fabio D’Innocenzo: “ d’altronde sono i personaggi a fare i luoghi”.
Per questo le macchine della polizia, le loro divise, il logo, sono scritte in italiano, ma non sono quelli ufficialmente riconosciuti, non si parla mai di un posto specifico
Il genere crime
Quello dei Fratelli D’Innocenzo è un atto d’amore verso il crime, che si prende il rischio di non cadere in influenze che possano incontrare facilmente il piacere del pubblico. Una serie che stravolge lo stereotipo del genere, abusato negli ultimi anni in Italia, mettendo al centro il messaggio che una narrazione senza fronzoli, fatta di corpi e anime recise e ricucite continuamente.
Dostoevskij si presenta quindi come un crime, in stile True Detective, ma utilizza il genere solo come forma, inserendoci il loro stile, giocando con gli stilemi, utilizzando dei bellissimi e lunghissimi piani sequenza, non comuni in questo genere, che tengono lo spettatore incollato allo schermo, lo guidano sulle scene del crimine mostrandogli quello che vede il poliziotto.
La regia
Le scelte di regia, l’utilizzo della pellicola, la decisione di mostrarlo in sala, dimostra come l’amore per il cinema dei fratelli D’Innocenzo sia puro, indissolubile, quasi ossessivo e soprattutto ci rivela che la dicotomia serie tv/cinema lascia il tempo che trova, ma contano le emozioni che trasmettono, la ricerca di un’estetica, tutte caratteristiche che riscontriamo nella serie serie Dostoevskij.
I corpi non sono mai così liberi come quando bruciano
