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"Eileen", thriller psicologico ma a bassa tensione - Pop Corn Club
sabato, Aprile 19, 2025

“Eileen”, thriller psicologico ma a bassa tensione

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Eileen è un thriller psicologico con eco hitchcockiana, una storia macabra, sensuale, erotica, che tesse il tessuto narrativo sugl’intagli della pelle e della psicologia tutti al femminile, dando voce e ruolo alle anime rotte, abusate e che si emancipano attraverso l’orrore e lo smarrimento esistenziale.

Il film diretto da William Oldroyd è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 2015 di Ottessa Moshfegh, e vede nel ruolo da protagoniste, Thomasin McKenzie e Anne Hathway. Disponibile nelle sale italiane dal 30 maggio, distribuito da Lucky Red e Universal Pictures.

La storia

Nella Boston degli anni ‘60 la giovane Eileen (Thomasin McKenzie) conduce una vita monotona lavorando come segretaria in un riformatorio minorile e prendendosi cura di Jim, il padre alcolista (Shea Whigham). Le cose cambiano con l’arrivo di Rebecca (Anne Hathaway), la nuova psicologa del carcere.

Quest’ultima è una donna brillante, affascinante e disinvolta; Rebecca esercita un ascendente magnetico su Eileen, che rimane immediatamente attratta dalla sua eleganza. La loro amicizia prende però una piega pericolosa quando Rebecca le rivela un oscuro segreto.

Prigione fisica ed emotiva

Il lavoro del regista è incentrato prettamente sul ruolo della costrizione, sia fisica che emotiva, un aspetto sul quale verte una corresponsabilità di vitale importanza. Le sbarre del carcere minorile nel quale si incontrano i personaggi principali altro non sono che l’habitat introspettivo dei loro inganni psicologici, di segreti inconfessabili e di ferite sanguinanti alle quali non vi è più alcun tipo di cura e guarigione.

Due figure femminili che potrebbero apparire agli antipodi, ma da vicino rappresentano esattamente le facce della stessa medaglia; da una parte abbiamo Eileen, con i dubbi, pulsioni e voglia di emanciparsi, mentre dall’altra troviamo Rebecca, una superba donna biondo platino, che delinea i tratti dell’eterea femminilità e pacatezza.

La trama si poggia sul sentimento di livore che esplode in un fuoco ardente e macchinato in modo nascosto e imbarazzato dall’immaginazione di Eileen. Emozione nuove, per la ragazza, e maldestramente represse che vengono lasciate ardere tra i corridoi del penitenziario.

Quello di Oldroyd si presenta come un cinema latente, che smuove paure, torbide sensazioni, ma non incalza quanto dovrebbe. Un intento ricco di potenziale ma sicuramente molto trattenuto, e che fatica ad arrivare in profondità. Il regista vuole disturbare la mente del pubblico, ma con scarsi risultati.

Le protagoniste

Ciò che emerge, e al quale bisogna dar merito, è l’interpretazione delle due protagoniste che hanno assicurato un buon prodotto, seppur alle volte poco frenetico, e avvolgente.

Eileen è una storia che cattura mediante gli sguardi desiderosi, rivelatori di impercettibili tic nervosi e di moltissime voragini interiori che vengono restituite con il suono di parole celate e il soffio di una vita non vissuta.

La scrittura poco incisiva

Durante la visione si ha la sensazione che il risultato finale non sia altro che la “summa” delle lodevoli doti interpretative delle protagoniste.

Eileen, nonostante risulti un film poco incisivo dal punto di vista di scrittura, e che lascia la sensazione di rimanere in superficie e con l’amaro in bocca, restituisce comunque un ottimo intreccio tra i diversi personaggi risultando credibile e decisamente accattivante.



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