“Parthenope”, il nuovo film di Paolo Sorrentino uscirà al cinema il 24 ottobre. Ad annunciarlo è stato lo stesso regista tramite i suoi canali social.
L’uscita nelle sale sarà preceduta da un programma di proiezioni speciali di mezzanotte dal 19 settembre.

Il miracolo della giovinezza
Un film di sorrentiniana lentezza disarmante, variegato e ricco, audace e folle. Un film già visto, ma per la prima volta. Un’opera al femminile spregiudicata, che non teme giudizi. Anche in questo film, così come negli iconici “La grande bellezza” e “E’ stata la mano di Dio”, un cast corale aderisce perfettamente ad una narrazione iconica e camaleontica, capace di toccare ogni registro cinematografico, ma soprattutto, umano.
Parthenope non è un mito o una sirena. Parthenope è una donna di incomparabile bellezza che conduce lo spettatore in un viaggio che parte dagli anni ’50 e arriva fino al 2023, l’anno dello storico scudetto del Napoli.
Prima giovane donna, interpretata brillantemente da Celeste Dalla Porta (al suo esordio sul grande schermo), bella, vulcanica e combattuta tra sogni, proposte e realtà. Poi donna adulta, pervasa dall’autentica soddisfazione di essere riuscita a diventare ciò che desiderava.
Parthenope, secondo Paolo Sorrentino
Il film – racconta Sorrentino – è un ritorno a Napoli. Parla d’amore tra donne, di amori proibiti, tabù, di primi amori, paterni, mancati. Cercavo per questo al netto la miglior interprete possibile, Celeste aveva tutte le caratteristiche che mi servivano, sa recitare, ha una straordinaria capacità di muoversi negli accenti, e di passare nelle età, a 18, come a 35 anni, senza artifici. Possiede una dote, anche nel dolore, nella tristezza, si intravede già la fine, ed è molto bella.
Se da un lato – continua – La grande bellezza è la storia di un sguardo disincantato sul mondo, Parthenope è invece lo sguardo incantato dal mondo, sono totalmente opposti, ma hanno in comune una struttura narrativa di un personaggio-Caronte che ci conduce all’interno di alcuni mondi. Lo aveva Jep Gambardella, lo ha qui Parthenope. Lei rappresenta Napoli, in quanto entrambe sono un mistero, indefinibili, soprattutto quando è giovane, e scopre gli strumenti per andare in scena. Quando diventa grande, si stanca di rappresentare sé stessa. La città, invece, continua la sua eterna recita, e quando ci torna 40 anni dopo, la intercetta nei festeggiamenti sommi della vittoria dello scudetto.
Era già tutto previsto
Era già tutto previsto, fino al tempo che sapevo: lo sapeva Cocciante (la cui canzone fa da colonna sonora al film) e lo sapeva Paolo Sorrentino quando ha deciso di affidare il ruolo più importante alla debuttante Celeste Della Porta, che fluttua, guidata dagli occhi del regista, attraverso i miti, le risposte sbagliate alle domande giuste, felicità, insoddisfazione, libertà. Meraviglioso e iconico l’incontro con uno scrittore, interpretato da Gary Oldman, conosciuto attraverso gli scritti letti dal suo professore di antropologia (Silvio Orlando), che riesce a mostrarle un modo nuovo, diverso, di guardare.
Nessun richiamo agli altri film di sorrentiniana memoria, Parthenope è un viaggio, nuovo, epico e intrigante, sulla lunghezza e la brevità della vita, attraverso figure, uomini, donne, attori e attrici, che ammaliano, incantano, feriscono, ci dominano, come una sirena, come Napoli, come Paolo Sorrentino.
Nel cast anche Peppe Lanzetta, Luisa Ranieri, Isabella Ferrari, Dario Aita, Biagio Izzo.
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