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Da oggi al cinema "Girasoli" con Gaia Girace - Pop Corn Club
sabato, Aprile 19, 2025

Da oggi al cinema “Girasoli” con Gaia Girace

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Da oggi al cinema “Girasoli”, opera prima di Catrinel Marlon. Protagoniste del film Girasoli nei panni di Lucia e Anna sono le attrici Gaia Girace e Mariarosaria Mingione. Con loro, Monica Guerritore Pietro Ragusa.

Girasoli

Una volta esistevano luoghi dove la gente veniva rinchiusa per essere dimenticata. Prigioni con sbarre alle finestre, porte chiuse a tripla mandata, orari per mangiare, per dormire e prendere le pillole. Luoghi al cui interno crescere era impossibile, così com’era impossibile guarire. Tra gli abitanti del Manicomio, quelli del padiglione 90 sono bambini. Se ne stanno seduti in cerchio a sussurrare di suoni, colori, cibo. Impegnati in lunghissime, snervanti giornate di niente. Alcuni di loro vengono chiamati bimbi sperduti. Sono frenastenici, dementi, oligofrenici o epilettici. Sperduti, perché dalle loro famiglie sono stati dimenticati. Recuperabili, perché un giorno potranno ?orse integrarsi di nuovo nella società, ma per ora vengono tenuti in gabbia, in attesa di essere rigurgitati. La loro leader si chiama Lucia, gli occhi azzurri fissi verso il cielo, a ricordare la mattina in cui decise di uccidersi e le dissero che era pazza. Di cieli così belli, in manicomio, non ne ha visti mai più… fin quando non è arrivata Anna. Anna ha 18 anni, è un’orfana cresciuta in un convento di suore che della vita non conosce nulla. È lì per imparare un mestiere, per trovare il proprio posto nel mondo e diventare un’infermiera. Davanti a lei si dipanano gli orrori e le contraddizioni della creatura manicomio; una creatura crudele, viva, multiforme, all’interno della quale Anna impara come somministrare terapie, come imporre pasti, docce e punizioni. Ma, immersa in quei lunghi e asettici corridoi, Anna si sente smarrita, si sente in trappola quasi come gli stessi pazienti. E Lucia, che ha da poco iniziato una nuova terapia, è l’unica che sembra vederla, l’unica che sembra capirla. Ad aiutare Lucia è la dottoressa Marie D’amico. Viene dalla Francia ed è stata chiamata ad Aversa per sperimentare una nuova terapia, che si avvale delle nuove e innovative teorie di Franco Basaglia. I degenti non sono malati, ma pazienti. E come tali meritano di essere trattati. Il rapporto terapeutico con Marie D’amico è per Lucia un’opportunità che potrebbe cambiarle la vita, che potrebbe darle la possibilità di evadere, sia dalla reclusione che dalla malattia. Lucia potrebbe diventare un girasole, un paziente a cui è permesso girare da solo. Un’alternativa all’internamento a vita, che l’istituzione le imporrebbe compiuti i 16 anni. Per evadere, tuttavia, ci sono modi più semplici, più potenti, e Lucia trova il proprio: l’amore. Un amore smisurato e incontrollabile che potrebbe sia incrementare la terapia che annientarla. Anna, da infermiera, si trova costretta a decidere da che parte stare: se con Lucia e Marie, con l’amore e il sacrificio; o con il personale del manicomio, in trappola come lei, cinico e crudele. E dalla sua scelta, dipenderanno le sorti di Lucia.

Le parole di Catrinel Marlon

Ho sempre desiderato realizzare un film con dei bambini come mio primo lavoro. Sono sempre stata affascinata dalla loro purezza, dal modo di interagire e, soprattutto, da come vedono il mondo. Ho iniziato il mio percorso di vita in una sorta di orfanotrofio in Romania, dove sono nata. Anche se in un momento sono stata recuperata dai miei genitori, sono comunque cresciuta “da sola”, insieme a mia sorella e in mezzo alla giungla di bambini del mio quartiere. I miei genitori sono sempre stati occupati con il lavoro e non ho mai sentito la loro presenza, il che mi ha costretto a crescere in fretta e imparare la vita insieme a loro, “i miei amici della giungla”.

Un tema molto importante che ha influenzato la mia crescita è stato quello della follia, un tema che mi ha affascinato molto nonostante provassi molta compassione per la persona che ne era affetta, la sorella di mia madre.

Mia zia Anca è stata una figura molto importante nella mia crescita, mi ha insegnato l’empatia verso gli altri e la sensibilità nello sguardo verso le cose in generale.

Il desiderio di unire il mondo della follia e il mondo dei bambini mi ha portato, nelle varie ricerche che ho fatto, a scoprire una realtà assurda, un mondo feroce: il manicomio dei bambini. Una discarica di vite difficili o respinte. Il loro imprigionamento è durato fino ai primi anni Settanta, quando i muri dell’ospedale psichiatrico hanno cominciato a sgretolarsi grazie alla legge Basaglia.

“Girasoli” è la storia di Lucia e Anna. Una storia che parla dell’amore nato nonostante tutto, piena di contrasti e drammaticità, di estrema bruttezza, di bellezza, di compassione e odio di cui gli istituti sono ricolmi.



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