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Flaminia: la recensione dell'opera prima di Michela Giraud - Pop Corn Club
sabato, Aprile 19, 2025

Flaminia: la recensione dell’opera prima di Michela Giraud

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“Flaminia”, il primo film scritto e diretta dalla comica Michela Giraud, comincia come te lo aspetti, il voice over con la sua inconfondibile voce, e il tono da stand up comedy, poi però con il passare dei minuti si percepisce che è molto di più.

La storia vera ma non troppo

Flaminia De Angelis è tutto quello che una ragazza di Roma Nord dev’essere: sorridente, ossessionata dalla forma fisica e soprattutto ricca o meglio arricchita. Sotto la pressione di sua madre Francesca, sta per sposare Alberto, il figlio di un importante diplomatico regalando all’intera famiglia la tanto agognata scalata sociale.
Tutto è pronto per il grande evento quando nella vita patinata di Flaminia piomba Ludovica, la sua sorellastra, un uragano di complessità dal cuore ingestibile. Trentenne nello spettro autistico, Ludovica irrompe nella vita di Flaminia con la forza di un terremoto, mettendo a nudo tutte le ipocrisie con cui Flaminia crede di convivere benissimo. Proprio quando la convivenza delle sorelle fa riaffiorare il sentimento di un rapporto dimenticato, un evento inaspettato mette di nuovo a repentaglio tutto.

Mi sa che non abbiamo scelta.
– E non è una grande fortuna questa?

Flaminia

Tra stand up comedy, autobiografia e tragicommedia

Partire da storie che conosci, che hai vissuto, questo è il consiglio che si dà quando bisogna scrivere una sceneggiatura, un monologo o uno spettacolo.

Questa è anche la ricetta per far funzionare un progetto come “Flaminia” che prende, come d’altronde fa la stand up, dal proprio quotidiano, dagli eventi della propria vita, in questo caso dalla vita di Michela Giraud con sua sorella, e ne esagera gli aspetti comici e drammatici, plasmando la storia a proprio piacimento.

Stereotipi comici e politicamente scorretto

E per far ridere non bisogna per forza inventarsi assurdi sketch super costruiti, ma alle volte basta prendere alcuni stereotipi e disattenderli, superarli, negarli.

Così come affrontare un tema delicato e caro alla regista, con la giusta dose di comicità, senza cadere in banali rappresentazioni, dell’ “essere speciali”, del “diverso = migliore”, e in questo la stand up comedy sicuramente ha aiutato.

Il cast

Anche nella scelta del cast, con Andrea Purgatori, Antonello Fassari, Ludovica Bizzaglia, Francesca Valtorta e Catherine Bertoni de Laet, la regista mostra padronanza e attenzione verso la credibilità del progetto oltre che alla sua comicità, soprattutto scegliendo una meravigliosa Rita Abela, nel ruolo di Ludovica, che ci restituisce un personaggio vero, divertente e senza peli sulla lingua, il prototipo del perfetto stand up comedy.



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