Tra le serie proposte da Netflix nel mese di marzo c’è “Furies”, un action francese che si si apre sullo sfondo di una Parigi frenetica e romantica con la routine della nostra protagonista Lyna.
La storia
Lyna si è appena laureata e fa progetti per il futuro con il suo fidanzato Elie.
Già dai primi minuti si evince che Lyna non ha un bel rapporto con la sua famiglia. A primo acchitto pensiamo: “è normale, quale ragazza di 25 anni ha un rapporto sano con i propri genitori?’ Ma pochi minuti alla volta ne scopriamo il motivo: il padre è il contabile di tutte le famiglie mafiose di Parigi.
Essere arrabbiati è una maledizione

L’altra faccia della città dell’amore
Una Parigi moderna dunque: alla monotona faccia della città dell’amore viene sostituita quella di una che ha regole silenziose e che nessun mortale fuori dall’Olimpo conosce. Quando pensiamo all’Olimpo, necessariamente la nostra mente pensa a Zeus e tutti gli dei seduti ad un tavolo a bere ambrosia così come racconta la mitologia greca. In questa serie tv di stampo interamente francese, il nostro Olimpo è rappresentato da 6 famiglie gangster, le più influenti di Parigi, il cui Ares è la Furia, devota a mantenere l’equilibrio tra i malavitosi. La Furia, la donna che veste i panni della giustiziera e che non dà pace ai suoi nemici nemmeno per 24h.
Niente di nuovo sul fronte “Furies”
Ciò che mette in contatto Lyna con il mondo malavitoso é la morte del padre nel giorno del suo compleanno. Da qui si accende una scintilla dentro la ragazza che la porterà a creare un piano il cui unico fine è scoprire chi e il perché della morte del padre. Seguono sei mesi di carcere, durante i quali, la protagonista si allena e và a caccia di informazioni sul mandante dell’omicidio del padre. Carcere visto come la stanza dello spirito e del tempo di Goku, dato che non c’è alcun motivo di tenerla in prigione se non quello del legame di sangue.
E già qui, la narrazione inizia a fare acqua e ancora di più quando incontra la famigerata Furia e anziché ucciderla, ne diventa l’allieva.
Tra pallottole e plot twist continui e surreali, il racconto continua, si evolve, si arresta fino a scoprirsi e farci conoscere la verità nuda.
Film su gangster ne abbiamo tanti, serie TV sul genere ancora di più. Questo prodotto francese si dimostra un calco di un canovaccio già visto e rivisto, la cui originalità è insita solo nelle performance di Lina El Arabi e Marina Foïs.
Infatti, i grandi precedenti da cui attinge la serie sono Atomica Bionda o il cult Nikita di Lèon.
La straordinaria Lyna dal giusto physique du rôle regge il peso di tutta la narrazione sulle sue spalle, che però stenta a decollare. Furies più che mostrarci il volto del sottobosco francese, ci ha mostrato il sottobosco delle serie TV d’azione e neanche la città dell’amore è riuscita a salvarla.