Quando una sana abitudine deve consolidarsi, si sa, è necessario per un certo periodo ripetere l’azione quasi fino all’automatismo, con tutti i rischi che ne comporta, noia inclusa. L’abitudine in questione (che dovrebbe già essere normalizzata) è l’avanzare del protagonismo femminile, in tutti gli aspetti che riguardano il cinema (e non solo quello, magari).
Ci ha provato Barbie di Greta Gerwing con Margot Robbie, nella costruzione di un mondo, Barbieland, fatto di matriarcato e body positivity dove la plastica non è perfezione e gli uomini devono servire e riverire perché sono solo uomini (e non sarebbe anche questa una disfunzione sociale?). E in un primo momento, visti gli incassi esorbitanti, pareva anche esserci riuscita.
Ma le domande che sorgono, dopo la visione del film e dei risultati agli oscar, sono tante: perché Greta Gerwing non si è discostata dalle dinamiche patriarcali e ha preferito solo rovesciare a specchio la soluzione? Perché creare un mondo parallelo pressocché identico a quello contemporaneo e un altro del tutto femminista senza valutare un terzo mondo senza squilibri?
Come mai Barbie, uno dei film più visti nel 2023 a livello mondiale, vince un solo oscar, come miglior canzone originale? L’iconica bambola è stata ripresentata con la pellicola di Greta Gerwing sotto un’ottica diversa e questo ha segnato un passaggio epocale o almeno era questo il presupposto iniziale. E poi cosa è accaduto? Forse l’aspettativa del film Barbie, benzina per la corsa al botteghino, ha vinto sul risultato effettivo non lasciando scampo alla competizione con l’altro colosso campione di incassi 2023 Oppenheimer che ha portato a casa ben 7 statuette su 13 nomination. La cosa ancor più sorprendente e che ha suscitato non poche polemiche è stata la nomination di Ryan Gosling come miglior attore non protagonista a discapito delle figure femminili centrali, Greta Gerwing e Margot Robbie, del tutto oscurate alla 96esima edizione al Dolby Theatre. Talento indiscutibile quello del Gosling, meritevole della candidatura ricevuta, ma a che prezzo? Quello di aver brillato in rosa shocking durante l’esibizione di I’m just Ken, spostando tutta l’attenzione sul personaggio maschile del film, pellicola femminista per definizione.
E se la scelta di far esibire Gosling fosse stata una provocazione al fatto che di tutto l’universo femminile di Barbie, l’unico a concorrere alla premiazione fosse proprio lui: “Solo Ken”? Il grande incasso del 2023 con 1,44 miliardi di dollari, torna a casa con una sola statuetta come miglior canzone originale (meritatissima per What was I made for? Di Billie Eilish) delle 8 candidature ricevute.