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"Un amore", la nuova serie Sky che culla tra nostalgia e rimpianti - Pop Corn Club
giovedì, Aprile 17, 2025

“Un amore”, la nuova serie Sky che culla tra nostalgia e rimpianti

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Da qualche settimana su Sky e Now Tv trovate “Un amore“, la serie diretta da Francesco Lagi con protagonisti Stefano Accorsi e Micaela Ramazzotti.

Non prendiamoci in giro: la serialità italiana viene sempre guardata con scetticismo, a prescindere dai protagonisti, a prescindere dalla storia, a prescindere dalla piattaforma che propone il titolo in questione.

Molto spesso questo scetticismo va a penalizzare delle storie che andrebbero viste, riviste, e riviste ancora per coglierne ogni sfumatura.

Tutto questo, non deve nella maniera più assoluta condizionare la visione di “Un amore”.

La storia

Alessandro e Anna (Stefano Accorsi e Micaela Ramazzotti), poco più che maggiorenni, si conoscono casualmente durante un viaggio Interrail in Spagna. È una calda estate di fine anni ‘90 e i due si innamorano subito. Le loro vite però sono molto più complicate del destino che li ha uniti e presto i due sono costretti a separarsi. Negli anni restano legati da un intenso rapporto epistolare, senza riuscire mai a trovare il coraggio di vedersi. Una relazione epistolare che li condanna inevitabilmente a sentirsi vicini, anche senza vedersi mai, a sentirsi fuori posto ovunque, con chiunque. Perché nessun posto è davvero il nostro, senza qualcuno che riesca a farlo sentire tale anche solo con una parola. Tuttavia, a vent’anni dal loro primo incontro e ormai adulti, si ritrovano a Bologna. Il loro sentimento, mai esauritosi nel tempo, si dovrà scontrare con le interferenze di una realtà più complessa di quella che avevano creato solo attraverso le parole.

Se desideri davvero qualcosa, devi farla accadere.

Cosa avremmo fatto al loro posto?

Una serie che devasta l’anima e ci fa inevitabilmente empatizzare con i personaggi. Cosa avremmo fatto al posto di Ale? Cosa avremmo fatto al posto di Anna? Esiste un modo per essere felici senza far soffrire nessuno? Se la felicità sembra così facile da raggiungere, cosa stiamo aspettando?

Queste domande ci accompagnano per tutta la durata delle puntate, scritte con una delicatezza disarmante, alternando passato e presente attraverso le voci narranti dei protagonisti, che ci cullano tra nostalgia e rimpianti.

La serialità italiana

La serialità italiana è in grado di raccontare storie, scritte e interpretate bene, coinvolgenti e devastanti, basta saperle guardare senza quel pregiudizio (tutto italiano) che distrugge tutto ciò che è “nostro”.

Caro Ale, e se stare con te mi fosse piaciuto troppo… dopo cosa avrei fatto?



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