“Dune”, il secondo capitolo della saga di Denis Villeneuve, tratto dai romanzi di Frank Herbert, è in sala, e pare intenzionato a scalare il botteghino oltre che a rapire lo sguardo degli spettatori per quasi tre ore.
Gli amati protagonisti del primo capitolo tornano sul grande schermo affiancati da numerose nuove star internazionali, tra queste: Timothée Chalamet, Zendaya, Rebecca Ferguson, Josh Brolin, Austin Butler, Florence Pugh, Dave Bautista, Christopher Walken, Stephen McKinley Henderson, Léa Seydoux, Charlotte Rampling, Javier Bardem e tanti altri.
“Dune – Parte Due” è stato girato a Budapest, Abu Dhabi, in Giordania e in Italia.
La storia
Il film esplora il mitico viaggio di Paul Atreides (Timothée Chalamet) che si unisce a Chani (Zendaya) e ai Fremen sul sentiero della vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia. Di fronte alla scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, Paul intraprende una missione per impedire un terribile futuro che solo lui è in grado di prevedere.
Chi può distruggere una cosa, ha l’intero controllo su di essa

Altro che blockbuster
Dune 2 segue le grandi saghe del cinema, prestandosi ad essere uno Star Wars dei tempi moderni, (probabilmente insieme ad Avatar), per l’universalità dei temi affrontati. Così come George Lucas si rifaceva alla filosofia, Villeneuve, tramite Herbert, prende come riferimento la religione, la Bibbia, una delle storie più antiche del mondo e madre di tutte le storie.
Ambientalismo, rapporto madre-figlio, religione, fondamentalismo, sono temi talmente universali che non possono non far breccia nei cuori degli spettatori. E allora costruire un impianto visivo, scenico, sonoro, memorabile è quanto basta per creare una saga che è già cult, più che un semplice blockbuster.
Bene Gesserit
Il ruolo delle donne, fondamentali tessitrici dei destini dei personaggi, mai come stavolta è il più determinante, con Chani che è l’unica protagonista che è disposta a sacrificare l’amore per il bene collettivo.
Non puoi vedere il futuro senza vedere il passato
Paul Atreides in versione Anakin Skywalker
A Villeneuve non interessa raccontare in modo dettagliato e pedissequo le battaglie, preferisce invece analizzare l’aspetto emotivo e psicologico dei personaggi, raccontare il mondo presente pur rappresentando universi lontani nello spazio e nel tempo, perché “ora che vedi il nostro passato, puoi vedere il tuo futuro”
La trasformazione di Paul Atreides in versione Anakin Skywalker, aggiunge epicità alla storia, avvicinandola, seppure con tematiche differenti, alla regina delle saghe, Hans Zimmer, come John Williams, alle musiche crea un tappeto musicale che resta impresso, la fotografia, l’utilizzo dei due colori più importanti arancione e blu, e costumi e scenografie insieme creano un universo narrativo da cui è difficile uscire.
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